Nome e simbolo
La scuola
LA ZENTAO
Il simbolo della Zentao, cosi come suggerisce il nome stesso vuole unire principalmente le due sponde orientali delle arti marziali Cinesi e Giapponesi, da una parte abbiamo il Taijiquan con le varie categorie complementari come il Qi Gong e La Medicina tradizionale cinese, mentre dall'altro lato, quello Giapponese appunto, abbiamo il Kendo affiancato dallo Shiatsu.
Nel contempo la stessa filosofia si lega anche all'aspetto spirituale, abbracciando sia la filosofia Zen (con il simbolo dell'Enso) che quella Taoista (con il simbolo del Tao) , il tutto è affiancato dal lato prettamente estetico rappresentato dai vari tipi di massaggio Olistici che la Nostra scuola tratta e propone.
Ecco spiegato il perchè nel Logo abbiamo parti Cinesi e Giapponesi (come sottoelencato in specifico) e il perchè del nome ZENTAO.
Nel contempo la stessa filosofia si lega anche all'aspetto spirituale, abbracciando sia la filosofia Zen (con il simbolo dell'Enso) che quella Taoista (con il simbolo del Tao) , il tutto è affiancato dal lato prettamente estetico rappresentato dai vari tipi di massaggio Olistici che la Nostra scuola tratta e propone.
Ecco spiegato il perchè nel Logo abbiamo parti Cinesi e Giapponesi (come sottoelencato in specifico) e il perchè del nome ZENTAO.
IL TAO
Tao in cinese vuol dire “via”. Nelle filosofie orientali il simbolo del tao, altrimenti detto anche dello “yin e yang”, rappresenta il cammino, il divenire di tutte le cose, che si realizza con un movimento che oscilla tra due estremi: ogni volta che uno dei due viene raggiunto, una forza spinge in direzione contraria e così via. La teoria è stata suggerita senza dubbio dai movimenti del sole e della luna, dall’alternarsi delle stagioni, dallo scorrere ciclico del tempo.
Le due metà in cui è diviso il simbolo circolare rappresentano dunque due principi opposti e complementari al tempo stesso: per esempio, il femminile e il maschile, il freddo e il caldo, l’oscurità e la luce.
Le due metà in cui è diviso il simbolo circolare rappresentano dunque due principi opposti e complementari al tempo stesso: per esempio, il femminile e il maschile, il freddo e il caldo, l’oscurità e la luce.
IL FIORE DI SAKURA
Il sakura è il simbolo del Giappone. Il fiore di ciliegio, la sua delicatezza, il breve periodo della sua esistenza, rappresentano per i giapponesi il simbolo della fragilità, ma anche della rinascita e della bellezza dell'esistenza. Oltre che essere da sempre un segno premonitore di un buon raccolto del riso è un segno di buon auspicio per il futuro degli studenti che nel mese della fioritura dei Sakura iniziano l'anno scolastico, o per i neo diplomati o laureati che nello stesso mese entrano nel mondo del lavoro.
Il sakura è il simbolo del Giappone. Il fiore di ciliegio, la sua delicatezza, il breve periodo della sua esistenza, rappresentano per i giapponesi il simbolo della fragilità, ma anche della rinascita e della bellezza dell'esistenza. Oltre che essere da sempre un segno premonitore di un buon raccolto del riso è un segno di buon auspicio per il futuro degli studenti che nel mese della fioritura dei Sakura iniziano l'anno scolastico, o per i neo diplomati o laureati che nello stesso mese entrano nel mondo del lavoro.
Il Sakura viene visto anche come simbolo delle qualità del Samurai: purezza, lealtà, onestà, coraggio. Come la fragilità e la bellezza effimera di questo fiore, nel pieno del suo splendore muore, lasciando il ramo, così il samurai, nel nome dei principi in cui crede, è pronto a lasciare la propria vita in battaglia. Si tratta dell'immagine di una morte ideale, pura, distaccata dalla caducità della vita e dai beni terreni. In Giappone l'usanza di ammirare la bellezza dei fiori del Ciliegio è una tradizione che viene chiamata col nome di hanami.
L'ENSō
Ensō, è una parola giapponese che significa cerchio. L'ensō è forse il soggetto più comune della calligrafia giapponese. Esso simboleggia l'illuminazione, la forza, l'universo.
È ritenuto da molti che l'indole dell'artista sia completamente rivelata dal modo in cui disegna questo cerchio; inoltre si ritiene che solo chi sia mentalmente e spiritualmente completo possa disegnare un vero ensō. Alcuni artisti disegnano un ensō ogni giorno, come una sorta di diario spirituale.
Alcuni disegnano l'ensō con un'apertura nel cerchio, mentre altri lo completano. L'apertura potrebbe simboleggiare che questo cerchio non sia separato dal resto delle cose ma faccia parte di qualcosa di più grande.
È ritenuto da molti che l'indole dell'artista sia completamente rivelata dal modo in cui disegna questo cerchio; inoltre si ritiene che solo chi sia mentalmente e spiritualmente completo possa disegnare un vero ensō. Alcuni artisti disegnano un ensō ogni giorno, come una sorta di diario spirituale.
Alcuni disegnano l'ensō con un'apertura nel cerchio, mentre altri lo completano. L'apertura potrebbe simboleggiare che questo cerchio non sia separato dal resto delle cose ma faccia parte di qualcosa di più grande.
L'ensō è un simbolo sacro nel buddhismo zen, ed è spesso usato dai maestri zen come firma nelle loro opere.
IL TIMBRO CINESE ANTICO
I timbri cinesi si possono dividere in tre categorie a seconda dell’utilizzo, i sigilli imperiali, quelli ufficiali e quelli privati. Nell’antica Cina il timbro ufficiale era un sigillo che rappresentava il potere dell’imperatore delegato ai funzionari locali e per questo variano molto in dimensioni, materiali e forme a seconda della carica e della regione.
Il timbro privato era considerato una sorta di certificato di identità di una persona. Essi erano in uso presso benestanti, commercianti ed artisti e si differenziavano a seconda della funzione.
I sigilli potevano contenere il nome della persona o dello studio, una frase di buon auspicio, un animale zodiacale oppure una collezione di differenti simboli.
Per tradizione l’inchiostro utilizzato è sempre di colore rosso anche se in diverse tonalità ed è ricavato da una mistura di polvere fine di cinabro, olio di lino e fili di seta oppure polvere di moxa (Artemisia vulgaris). I fili di seta rendono la pasta densa, oleosa e di un rosso brillante mentre quella a base vegetale la rendono spugnosa, non grassa e di un colore rosso scuro.
I timbri possono essere negativi o positivi. I positivi sono anche chiamati a didascalia rossa perchè hanno gli ideogrammi in rilievo e quando vengono utilizzati li stampano di colore rosso su sfondo bianco. I negativi o a didascalia bianca, sono ricavati per incisione e quindi stampano gli ideogrammi bianchi su sfondo rosso.
I timbri cinesi si possono dividere in tre categorie a seconda dell’utilizzo, i sigilli imperiali, quelli ufficiali e quelli privati. Nell’antica Cina il timbro ufficiale era un sigillo che rappresentava il potere dell’imperatore delegato ai funzionari locali e per questo variano molto in dimensioni, materiali e forme a seconda della carica e della regione.
Il timbro privato era considerato una sorta di certificato di identità di una persona. Essi erano in uso presso benestanti, commercianti ed artisti e si differenziavano a seconda della funzione.
I sigilli potevano contenere il nome della persona o dello studio, una frase di buon auspicio, un animale zodiacale oppure una collezione di differenti simboli.
Per tradizione l’inchiostro utilizzato è sempre di colore rosso anche se in diverse tonalità ed è ricavato da una mistura di polvere fine di cinabro, olio di lino e fili di seta oppure polvere di moxa (Artemisia vulgaris). I fili di seta rendono la pasta densa, oleosa e di un rosso brillante mentre quella a base vegetale la rendono spugnosa, non grassa e di un colore rosso scuro.
I timbri possono essere negativi o positivi. I positivi sono anche chiamati a didascalia rossa perchè hanno gli ideogrammi in rilievo e quando vengono utilizzati li stampano di colore rosso su sfondo bianco. I negativi o a didascalia bianca, sono ricavati per incisione e quindi stampano gli ideogrammi bianchi su sfondo rosso.
Il nostro timbro in particolare significa Buona fortuna, ricchezza e longevità.
Il M° Wang sul significato di "Zen Tao"